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Personaggi illustri di Comiso

Gesualdo Bufalino per le vie di Comiso anni 80'
Bufalino nel suo studio a Comiso

Gesualdo Bufalino

SCRITTORE - PREMIO STREGA 1988

Gesualdo Bufalino (Comiso, 15 novembre 1920 – Vittoria, 14 giugno 1996) è stato uno scrittore, poeta e aforista italiano.

Per gran parte della vita insegnante, si è rivelato tardivamente, nel 1981, all'età di 61 anni, con il romanzo Diceria dell'untore, grazie all'incoraggiamento di Leonardo Sciascia ed Elvira Sellerio; l'opera gli valse nello stesso anno il prestigioso Premio Campiello. Con il romanzo Le menzogne della notte vinse nel 1988 il Premio Strega. Si rese famoso per il suo stile ricercato, ricco e in alcuni casi "anticheggiante", nonché per la sua abilità linguistica e la vasta cultura. Amico di Leonardo Sciascia, trascorse la maggior parte della sua vita a Comiso, mantenendo un'esistenza ritirata e discreta.
Bufalino era un uomo di immensa cultura, lo dimostra la grande collezione di libri ora conservata presso la Fondazione Bufalino[17]; a questo proposito, riguardo ai problemi del presente, affermò: "La cura è una sola: libri libri libri". Ricordava a memoria citazioni e passi di libri e poesie, inoltre era un cinefilo e un amante della musica, specie il jazz. Ancora si ricordano gli scambi di battute in latino tra lui e il Preside deI Magistrale in cui insegnava. Il suo rapporto con la realtà era perlopiù legato ai ricordi, alla memoria, elemento che si ritrova spesso nelle sue opere; ma anche il gioco linguistico con le parole e persino con i lettori, con cui instaurava una grande complicità all'interno dei suoi romanzi. Il ricordo metteva in luce anche il suo rapporto con la morte e la malattia, esperienza vissuta con profonda commozione. Ma il suo guardare al passato non fa venir meno una visione moderna della letteratura, una rinnovata passione per la parola e una reinvenzione della struttura tradizionale del romanzo.

Grande amico di Leonardo Sciascia[18], ma anche di Salvatore Fiume, Franco Battiato[19], Piero Guccione, Claudio Abbado, Elisabetta Sgarbi, tra i suoi autori preferiti e di formazione c'erano Marcel Proust, Charles Baudelaire e Fëdor Michajlovič Dostoevskij ma soprattutto il suo amore di gioventù (ne "Il Malpensante" ricorderà l'episodio di Natasha sulla neve, in Guerra e Pace) Lev Nikolaevič Tolstoj.

Biagio Pace - Ritratto anni 20'

Biagio Pace

ARCHEOLOGO E DEPUTATO DEL REGNO D'ITALIA

(Comiso, 13 novembre 1889 – Comiso, 28 settembre 1955)

Allievo di Antonino Salinas e di Paolo Orsi fin dagli studi universitari, fra i maggiori studiosi della Sicilia antica, negli anni compresi tra il 1913 e gli anni '20 Pace prese parte a campagne di scavo in Asia Minore, in particolare nell'attuale Anatolia occidentale, oltre che a Creta e Rodi. Poi, nel 1930, diresse una missione nel Tibesti libico (Sahara), portando alla luce la civiltà dei Garamanti; la campagna di scavi fu abbastanza ardua perché svolta mentre in diverse zone della Libia infuriavano ancora gli scontri per la sua riconquista. Condusse scavi pure a Cartagine. A lui si devono inoltre i ritrovamenti in Sicilia degli antichi insediamenti di Camarina (Kamares), di Mozia, di Selinunte e della Villa del Casale di Piazza Armerina, oltre a numerosi studi sulla Sicilia bizantina e barbarica.
Fu socio nazionale dell'Accademia Nazionale dei Lincei e dell'Accademia d'Italia che, nel 1943, per i suoi indubbi meriti scientifici e culturali, gli assegnò il "Premio Mussolini" per le scienze morali e storiche. Grazie alla sua influente posizione politica nazionale, riuscì negli anni '30 a far approvare alcune importanti normative che regolamentavano l'individuazione, la tutela e la gestione dei beni antichi, culturali e ambientali.

Salvatore Fiume nel suo studio di Milano
"Ragazze Somale" acquatinta firmata e numerata a matita dall'Artista.

Salvatore Fiume

ARCHEOLOGO E DEPUTATO DEL REGNO D'ITALIA

Salvatore Fiume nacque a Comiso, in Sicilia, il 23 ottobre 1915. A sedici anni, grazie al suo talento ed alla sua passione per l'arte, vinse una borsa di studio per frequentare il Regio Istituto d'Arte del Libro di Urbino, dove apprese le tecniche della stampa, dall'incisione alla litografia. Terminati gli studi nel 1936, si trasferì a Milano, dove entrò in contatto con intellettuali ed artisti della levatura di Salvatore Quasimodo, Dino Buzzati e Raffaele Carrieri.
La sua prima esposizione ufficiale, che comprendeva le opere del ciclo Isole di statue e Città di statue e che gli permise di suscitare molto interesse presso la critica e di prendere contatti con istituzioni artistiche e culturali a livello mondiale, si tenne nel 1949 alla Galleria Borromini di Milano; qui acquistarono una sua opera sia il direttore del Museum of Modern Art di New York, Alfred H. Barr Jr., sia la collezione Jucker di Milano. Nello stesso anno prese parte alla mostra Twentieth-Century Italian Art al MoMa di New York[1]. L'anno successivo, nel 1950, fu invitato alla Biennale di Venezia dove espose il trittico Isola di statue, opera alla quale dedicò una pagina la rivista statunitense Life e che ora fa parte della collezione di Arte Moderna e Contemporanea dei Musei Vaticani.
A Partire dagli anni 60 inizia una serie di viaggi ed esposizioni per il mondo, Tali viaggi ebbero per Fiume un'importanza notevole nella raccolta di impressioni, suoni, forme e colori di culture antiche e moderne, che accrebbero la sua personalità artistica fornendogli materiale per l'espandersi di un immaginario globale, ma sempre disciplinato dalla preponderante lezione della classicità mediterranea.
Salvatore Fiume morì a Milano il 3 giugno 1997. Sue opere sono conservate in alcuni dei più importanti musei del mondo, tra i quali i Musei Vaticani, l'Ermitage di San Pietroburgo, il Museum of Modern Art di New York, il Museo Puškin di Mosca e la Galleria d'Arte Moderna di Milano.

Salvatore Adamo durante un festival musicale in Francia

Salvatore Adamo

CANTAUTORE ITALIANO NATURALIZZATO BELGA

(Comiso, 1º novembre 1943)
Adamo ha venduto oltre 100 milioni di dischi nel mondo. Secondo le statistiche è ai primi posti delle vendite nel Belgio, e tra i migliori 100 a livello mondiale.

Nel 2018 gli venne conferito il Premio Tenco per aver diffuso la cultura e la musica italiana oltre confine.
è stato inspirato dai versi di Victor Hugo, Jacques Prèvert e dalla
musica di Georges Brassens, Jacques Brel, dalle canzoni Napoletane, il
Tango e dal suo estro. La passione per la
musica e le qualità artistiche lo hanno reso una delle stelle più grandi
nel mondo musicale in lingua francese. La cultura francofona e non solo, ha
conferito molteplici onorificenze a questo artista di genio.

Dal 1993 Adamo è ambasciatore dell’UNICEF per il Belgio.

Tuttora vive a Uccle, nei pressi di Bruxelles.

Pietro Palazzo - Ritratto
Aula Pietro Palazzo - Ex Oratorio San Filippo Neri

Pietro Palazzo

PRESBITERO DENOMINATO "L'APOSTOLO DI COMISO"

Nasce a Comiso nel 1576 da Giovanni Palazzo, soldato di origine spagnola, e da Angela Margherita Guastella, originaria di Giarratana.

A soli 12 anni Pietro dovette recarsi a Palermo come paggio alla corte di Beatrice d'Aragona, vedova del conte Gaspare II Naselli, ma fu presto richiamato nella sua città natale a causa della morte del padre per sostenere la famiglia, essendo il figlio primogenito della coppia. Andò poi a studiare nella vicina Modica presso il medico e speziale Pietro Sanmartino, dal quale apprese la scienza medica che gli permise, una volta tornato a Comiso, di aprire una "spezieria".

Ma intanto in lui si faceva sentire la chiamata alla vita religiosa, che lo portò, nell'anno santo 1600, a compiere un pellegrinaggio a Roma. Tornato a Comiso iniziò la sua opera di apostolato, per i 15 anni successivi infatti era solito spiegare in chiesa davanti a numerosi fedeli alcuni passi della scrittura. La sua vocazione poté trovare compimento nel 1616, quando, all'età di 40 anni, fu ordinato sacerdote.

Fu un instancabile predicatore e contribuì notevolmente alla rinascita non solo religiosa, ma anche culturale e sociale della propria città. Lo si ricorda per avervi fondato l'oratorio di San Filippo Neri con l'annessa "Chiesa del Gesù", oltre che per aver fatto nascere due monasteri teresiani, uno per le "donzelle ricche" (detto Badia) con annessa chiesa di Regina Coeli e un secondo monastero per le "donzelle povere" con annessa chiesa di San Giuseppe.

La sua morte, avvenuta il 28 agosto 1648, all'età di 72 anni, richiamò a Comiso molte persone anche dai paesi vicini, che con fede e riconoscenza, sfilarono per tre giorni davanti alla sua salma. Fu sepolto nella chiesa che lui stesso aveva fondato.

Per via delle sue virtù e delle sue opere, fu definito da molti con l'appellativo "Apostolo di Comiso".

Il Gen. Pelligra in Dalmazia

Salvatore Pelligra

GENERALE - MEDAGLIA D'ORO AL VALORE MILITARE

Salvatore Pelligra (Comiso, 22 maggio 1891 – Signo, 1º ottobre 1943) è stato un generale italiano, veterano della prima guerra mondiale, dove fu decorato con la Croce di guerra al valor militare, fu comandante dell'artiglieria del XVIII Corpo d'armata di stanza in Dalmazia nei giorni seguenti all'armistizio dell'8 settembre 1943. Per essersi opposto alla resa e alla consegna delle armi, fu trucidato dai tedeschi a Signo insieme ad altri 50 ufficiali. Per il coraggio dimostrato in questo frangente fu decorato di Medaglia d'oro al valor militare alla memoria
Recita così il conferimento della medaglia d'oro al valore militare: «In un momento di generale smarrimento spirituale, reagiva con fierezza all'ordine impartitogli di cedere le sue artiglierie. Rifiutando sdegnosamente l'invito di porsi in salvo imbarcandosi per l'Italia, manteneva inalterata fede alle leggi dell'onor militare, rimanendo tra i suoi artiglieri con i quali affrontava sereno la situazione, pur avendo chiara visione dell'immancabile tragedia che incombeva sui forti votati al sacrificio. Organizzata la resistenza, l'alimentava con indomito ardore insensibile ai massacranti bombardamenti aerei, e benché tutto ormai crollasse inesorabilmente avanti a lui, la protraeva con eroica tenacia per lungo tempo infliggendo al nemico serie perdite. Sommerso da preponderanti forze nemiche, si sottraeva con cosciente determinazione ad ogni possibilità di salvezza per non abbandonare i gloriosi superstiti e, con supremo sprezzo della vita, affrontava il plotone di esecuzione attendendo la raffica mortale nella severa posizione di saluto militare, teso alla Patria lontana alla quale tutto aveva dato per l'onore e il prestigio dell'Esercito. Combattente della grande guerra, più volte decorato, cadde come visse, fedele al suo giuramento di soldato, luminoso esempio, ai più, di preclare virtù militari. Spalato Signo (Dalmazia), 8 settembre 1943.»

Raffaele Pelligra negli anni del mandato di Comandante della Guardia di Finanza

Raffaele Pelligra

GENERALE DECORATO

(Comiso, 6 dicembre 1888 – Roma, 22 settembre 1971) è stato un generale italiano, Durante la seconda guerra mondiale fu comandante della 13ª Divisione fanteria "Re" in Croazia, e successivamente Capo di stato maggiore della 7ª Armata a Potenza. Tra il 1947 e il 1952 fu comandante generale della Guardia di Finanza. Promosso colonnello il 1º ottobre 1936, assunse il comando del 6º Reggimento "Lancieri di Aosta" a Napoli, che mantenne fino al 14 aprile 1939, cedendone il comando al colonnello Giovanni Imperiali d'Afflitto di Francavilla. Promosso generale di brigata il 1º gennaio 1940, fu nominato intendente della 2ª Armata schierata al confine con la Jugoslavia. Nel febbraio 1942, sostituendo il generale Dabbeni, assunse il comando della 13ª Divisione fanteria "Re" in Croazia, promosso al grado di generale di divisione il 19 ottobre. Il 12 luglio 1943, sostituendo il generale Furio Monticelli, fu nominato Capo di stato maggiore della 7ª Armata a Potenza.

Fu poi direttore generale dei servizi di commissariato e amministrativi del Ministero della guerra.