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Andrea Tidona. Emozioni forti con lo spettacolo ‘La Cena’ a Comiso

Metti una serata speciale di inizio estate, metti un invito a cena, direi unico nel suo genere, metti i commensali: Chiara Condrò e Stefano Skalkotos e il maggiordomo Cristiano Marzio Penna, di una bravura imbarazzante e poi tutti gli altri, gli spettatori, che non hai mai visto prima …

Metti una location d’effetto come potrebbe essere il castello aragonese di Comiso, metti un padrone di casa d’eccezione, Andrea Tidona, padre dalla forte personalità , metti una regia, quella di Walter Manfrè che non ama le cose scontate. Metti che “La cena” di Giuseppe Manfridi, sia la rappresentazione più coinvolgente e ricca di pathos a cui abbia mai assistito, ed eccoti serviti gli ingredienti per un spettacolo di successo. “Il Teatro della Vergogna” arriva a Comiso grazie alla collaborazione tra Liber@rte e il regista.

Per scelta personale, non dirò nulla dell’originalità della regia, perché rischio di rovinarvi la sorpresa,qualora decideste di non perdervi quest’opportunità unica, dirò solamente che la partecipazione allo spettacolo non è mai passiva, ci si sente protagonisti del racconto perché lo si vive insieme agli attori in scena e per questo bisogna rendere merito a Manfrè e alla sua voglia di sperimentazione.

Le emozioni sono tante. Il cuore che batte all’impazzata prima di entrare, è il mio. Il silenzio è religioso, ho paura che anche il semplice atto di respirare possa disturbare gli attori nella loro concentrazione e poi, stupore: Andrea Tidona è lì.

Si comincia! Ed è un crescendo. L’interpretazione è emozionante, vibrante, a tratti drammatica.

Il suo personaggio ha una forte personalità, un’intelligenza acuta che utilizza da burattinaio per muovere i fili di tutti gli altri personaggi che sembrano subirne il carisma ambiguo.

Nella ricerca introspettiva dei caratteri del suo ruolo, Andrea Tidona è riuscito a portare in scena il meglio ed il peggio di un uomo e di un padre, senza mai per questo risultare del tutto “antipatico”.

Prevale, piuttosto l’ammirazione per una vivacità di pensiero sadica ma non da condannare in toto.

C’è poco da fare: “Il teatro è un’altra storia”, lo dice lui stesso e mentre lo fa, gli si illumina il viso e allora capisci che è la Passione per questo mestiere che lo anima e lo rende il grande interprete che noi tutti conosciamo.

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Articolo a cura di Globus Magazine