Cronologia Naselli in Sicilia
NICOLO’ NASELLI (1260 – …)
1260
Nasce il capostipite della Famiglia Naselli NICOLO’ Naselli
PERICONIO NASELLI (1290 – 1343)
1290
Nasce PERICONIO Naselli figlio di NICOLO’ Naselli
Leggendo i fatti storici abbiamo constatato che la Sicilia era sotto la dominazione degli Spagnoli e il capostipite della famiglia PERICONIO Naselli era un cavaliere della corona Spagnola, ma gli eventi erano ancora molto lontani dalla storia di Aragona, bisogna aspettare altri due secoli di storia.
1298
Il feudo di Mastra era già posseduto da PERICONIO Naselli.
1336
Re Federico III d’Aragona con privilegio del 26 giugno 1336 investe PERICONIO Naselli del titolo di Barone sul feudo della Mastra (terra tra Mazzarino e Riesi). PERICONIO Naselli era un Cavaliere molto fedele al Re Spagnolo Federico III e per i suoi servigi veniva ricompensato con terre e proprietà chiamati feudi. Con Federico III ebbe inizio il ramo siciliano della Real Casa d’Aragona di Spagna. Federico III giunse in Sicilia all’età di soli nove anni, figlio di Pietro III di Aragona, nasce il 13 dicembre 1273 e fu incoronato Re di Sicilia nella Cattedrale di Palermo nel 1296.
1343
Muore PERICONIO Naselli.
NICCOLO’ NASELLI (1320 – …)
1320
Nasce NICCOLO’ Naselli figlio di PERICONIO Naselli
PIETRO NASELLI (1360 – …)
1360
Nasce PIETRO Naselli figlio di NICCOLO’ Naselli
1413
PIETRO Naselli Barone sul feudo della Mastra è Cavaliere Ospedaliere di Malta.
RICCARDO NASELLI (1400 – 1456)
1400
Nasce RICCARDO Naselli figlio PIETRO Naselli.
RICCARDO Naselli ha avuto 3 figli:
- PERICONIO II Naselli nato nel 1418
- RUGGERO Naselli nato nel 1420
- GIOVANNI Naselli nato nel 1422
1446
Il feudo di Mastra era posseduto da RICCARDO Naselli; successe a detto PIETRO. Re Alfonso gli confermò il possesso del feudo per se, suoi eredi di sangue di ambo i sessi, nati e nascituri. Privilegio dato in Napoli a 1° febbrai 1446, esecutorio in Palermo a 5 aprile successivo.
1456
Muore RICCARDO Naselli.
PERICONIO II NASELLI (1418 – 1479)
1418
Nasce PERICONIO Naselli II.
1438
Dal re Alfonso V d’Aragona PERICONIO II (alias Perricone, PERICONIO) de Naselli riceve in feudo l’Ufficio del notariato della Curia del Capitano della Terra di Piazza Armerina.
1439
PERICONIO II Naselli per privilegio di re Alfonso divenne regio “Magister Iuratus”.
1448
Il privilegio più rilevante per la famiglia NASELLI fu quello concesso da re Alfonso nel 1448, che esentava PERICONIO II Naselli e i suoi discendenti da tutte le collette, tasse, donativi, gabelle ed altri obblighi e funzioni, li autorizzava a portare qualsiasi arma (anche proibita) e infine, per le cause civili e militari, potevano essere giudicati solo dalla Corte del Gran Siniscalco e non da tribunali ordinari. Questo privilegio si perpetrò fino all’abolizione della feudalità.
1453
PERICONIO II Naselli maestro notaro della Curia Capitaniale di Piazza Armerina e già ambasciatore itinerante del re Alfonso V d’Aragona, detto il Magnanimo, acquista per la somma di 700 once la baronia di Comiso dal conte Giovanni Cabrera e la proprietà del castello passa a PERICONIO II Naselli Barone di Mastra.
1456
PERICONIO II Naselli riceve l’investitura del feudo della Mastra, in seguito alla morte di RICCARDO Naselli suo padre.
1457
PERICONIO II Naselli il 1° ottobre 1455 per concessione del re Alfonso il Magnanimo, ebbe il titolo di Barone di Comiso, pertanto Comiso passò da “villa” a “baronia”
1478
il barone PERICONIO II Naselli chiamò a Comiso i Frati Minori Conventuali, ai quali affidò la Chiesa di S. Antonio (in seguito Chiesa di S. Francesco), che era stata costruita da circa un secolo e mezzo ed aveva pianta rettangolare. Contemporaneamente fu aperto il convento adiacente alla chiesa.
1479
muore PERICONIO II Naselli.
PERICONIO III PIETRO ANTONIO NASELLI detto Periconetto (1450 – 1517)
1450
Nasce PERICONIO III PIETRO ANTONIO Naselli figlio di RUGGERO Naselli e nipote di PERICONIO II Naselli.
1479
il 3 novembre PERICONIO III PIETRO ANTONIO NASELLI riceve l’investitura di Barone della Mastra
1492
PERICONIO III PIETRO ANTONIO Naselli, fu nominato dal re Ferdinando Capitano d’armi a guerra in Terranova (l’attuale Gela) per difenderla dai Turchi.
1517
Muore il Barone PERICONIO III PIETRO ANTONIO Naselli e nel suo testamento dispose che nella chiesa di S. Antonio “si havesse fabricato … una cappella ad otto punti (l’odierna abside) intorno all’altare maggiore”. Nello stesso anno il sarcofago del Barone PIETRO Naselli fu sistemato dietro l’altare maggiore della chiesa di S. Antonio oggi San Francesco.
BALDASSARE I NASELLI (1475 – 1549)
1475
Nasce BALDASSARE I Naselli primogenito di PERICONIO III PIETRO ANTONIO Naselli.
1478
Nasce MERCHIORRA Naselli figlia di PERICONIO III PIETRO ANTONIO Naselli.
1499
Con contratto matrimoniale del 6 ottobre 1499 Isabella Montaperto e Bonito Baronessa di Diesi portò in dote a BALDASSARE I Naselli, figlio del Barone di Comiso PERICONIO III PIETRO ANTONIO Naselli, i feudi di Diesi e di Vocali ed il territorio di Macaluba, vicino Girgenti. Da parte sua il Barone PERICONIO III PIETRO ANTONIO Naselli assegnò al figlio BALDASSARE I Naselli i feudi di Comiso e della Mastra (territorio tra Butera e Riesi), dei quali, però, si riservò l’usufrutto. Dopo il matrimonio BALDASSARE I Naselli si trasferì a d Agrigento, dove dimorò a lungo. Per occuparsi dei feudi, quasi del tutto disabitati, iniziò una lotta mortale con i Baroni Montaperto di Raffadali parenti di sua moglie. Il Barone aveva organizzato delle bande armate che scorrazzavano per tutto il territorio e che dopo aver compiuto imprese brigantesche si rifugiavano nel feudo di Diesi. A seguito di queste temerarie imprese BALDASSARE I Naselli fu processato e condannato all’esilio, lasciò Agrigento e si rifugiò nel castello di Comiso, abbandonando il feudo di Diesi.
1500
Nel secolo 16° nel quartiere del Castello (o di S. Biagio) fu portato un canale dell’acqua della fontana, vicino al quale fu costruito un abbeveratoio. L’acqua che ne usciva andava ad irrigare i sottostanti orti e giardini del Conte.
1517
BALDASSARE I Naselli fu investito barone di Diesi, grazie al matrimonio con Isabella, figlia di LUIGI Montaperto, barone di Diesi.
1518
BALDASSARE I Naselli riceve l’investitura della baronia e terra di Comiso e del feudo della Mastra.
1549
Muore all’età di 74 anni BALDASSARE I Naselli.
GASPARE I NASELLI (1500 – 1555)
1500
Nasce a Comiso Gaspare Naselli.
1514
Don GASPARE II NASELLI (all’età di 14 anni) il 14 luglio fu investito della Baronia di Comiso. Egli si rivelò buono ed amabile gentiluomo e, al tempo istesso, fortissimo e intrepido soldato. GASPARE II Naselli riceve l’investitura anche dei feudi della Mastra e del Diesi.
1531
Il 1° maggio Gaspare Naselli sposa Giovannella Lo Porto figlia di Andreotta e Laura Lo Porto Barone e Baronessa di Sommatino, da cui ha un figlio BALDASSARE II Naselli.
1547
Gli abitanti di Comiso erano 4371, esclusi gli ecclesiastici.
1549
E’ l’anno in cui iniziarono i lavori di ristrutturazione della Chiesa di S. Antonio e della costruzione della cappella-mausoleo dei NASELLI.
Gaspare Naselli riceve l’investitura del feudo di Diesi, in seguito alla morte della madre Isabella.
1550
Il 22 ottobre di quest’anno GASPARE I Naselli riceve l’investitura della Baronia di Comiso. Nel 1550 fu nominato anche Capitano d’armi a guerra (cioè Vicario Generale del Governo spagnolo) nella città di Marsala, per difenderla dal corsaro Ragùt Rais.
1551
Il Barone GASPARE I NASELLI fu nominato Capitano d’armi a guerra nella città di Girgenti (l’odierna Agrigento).
1555
Muore il Barone GASPARE I Naselli nel Castello di Comiso, ammalato di risipola. Il 12 settembre dello stesso anno a GASPARE I Naselli successe come Barone di Comiso il figlio BALDASSARE II Naselli.
BALDASSARE II NASELLI (1521 – 1557)
1521
Nasce a Comiso Gaspare Naselli.
1549
Il 2 settembre BALDASSARE II sposa a Palermo ANTONELLA DE JAEN Baronessa di Fiumesalato e hanno 2 figli, GASPARE II Naselli e GIOVANNA Naselli sposata con Blasco Settimo nipote di Michele Settimo marchese di Giarratana.
1557
Nel testamento dettato il 7 gennaio 1557 il Barone BALDASSARE II Naselli, tra l’altro, legò alla Chiesa della SS. Annunziata 100 onze, con la cui rendita ogni anno, nel giorno della festa della SS. Annunziata, si sarebbe dovuta sposare un’orfana povera. Nel marzo del 1557 morì a Comiso il Barone BALDASSARE II Naselli. Fu l’ultimo NASELLI ad avere il titolo di Barone di Comiso.
GASPARE II NASELLI detto il Conte Rosso (1544– 1586)
1554
Nasce a Comiso GASPARE II Naselli.
1571
Il 20 giugno GASPARE II Naselli viene nominato Conte di Comiso dal re di Spagna Filippo II, per i servigi resigli come combattente nelle Fiandre e nella lotta contro i Turchi, pertanto Comiso viene elevata a contea. Verrà soprannominato il “conte rosso” per la sua capigliatura fu abile cavaliere della corona spagnola. Sempre nell’anno 1571 furono ultimati i lavori (iniziati nel 1549 circa) della cappella-i NASELLI nella Chiesa di S. Antonio.
1574
il 22 febbraio il conte GASPARE II Naselli sposò in età infantile donna BEATRICE ARAGONA BRANCIFORTI TAGLIAVIA di Castelvetrano, (nonni paterni: Giovanni Tagliavia, Marchese di Castelvetrano e Donna Antonia Concessa d’Aragona imparentata con il re di Spagna; nonni materni: Giovanni Branciforte Conete di Mazzarino ed Emilia Moncada. Ebbe tre figli, BALDASSARE (1584), VINCENZO (1576 illegittimo) e ANTONINA (1580) che sposo Ugo Notarbartolo figlio di Giuseppe Notarbartolo Principe di Villanova.
1575
Il conte GASPARE II Naselli fece rimaneggiare tutto il castello ed erigere la solida torre quadrata, che fu completata nel 1576. Al castello si accedeva per mezzo di un ponte levatoio alzato davanti al portone archiacuto, protetto da una porta ferrata ancora irta di grossi bolloni dalla testa a punta di lancia.
1585
Per iniziativa del conte GASPARE II NASELLI, alla Chiesetta della Misericordia fu annesso il pubblico Ospedale detto Monte di Pietà.
1586
Il conte GASPARE II Naselli muore il 19 aprile del 1586, all’età di 42 anni e fu sepolto nel monumento funebre posto nella Chiesa di S. Antonio (oggi San Francesco). La signoria del conte GASPARE II Naselli era stata per Comiso il tempo della sua vera risurrezione economica e sociale. BEATRICE ARAGONA BRANCIFORTE, tutrice del figlio BALDASSARE III Naselli che aveva appena due anni, riceve l’investitura della contea di Comiso, Barone di Mastra e di Diesi in seguito alla morte del marito.
1586
Il conte GASPARE II Naselli muore il 19 aprile del 1586, all’età di 42 anni e fu sepolto nel monumento funebre posto nella Chiesa di S. Antonio (oggi San Francesco). La signoria del conte GASPARE II Naselli era stata per Comiso il tempo della sua vera risurrezione economica e sociale. BEATRICE ARAGONA BRANCIFORTE, tutrice del figlio BALDASSARE III Naselli che aveva appena due anni, riceve l’investitura della contea di Comiso, Barone di Mastra e di Diesi in seguito alla morte del marito.
1588
l’8 luglio BEATRICE ARAGONA BRANCIFORTE, rimasta vedova, sposa Giacomo SACCANO Barone di Casalnuovo.
BALDASSARE III NASELLI (1584 – 1614)
1584
Il 5 ottobre nacque a Comiso BALDASSARE III Naselli, che fu battezzato due giorni dopo nella Chiesa Madre da padre Mariano Lucenti.
1598
Con atto matrimoniale del 31 marzo 1598 Antonia SACCANO, figlia di Giacomo, portò in dote a BALDASSARE III Naselli la Baronia di Casalnuovo (cittadina del messinese), la “tonnara grande” del porto di Milazzo e le tonnare piccole “Silipo” e “Gagia”. Il matrimonio fu celebrato il 15 ottobre 1598.
1605
Il 23 novembre il conte BALDASSARE III Naselli ottenne dal Viceré di Sicilia la licentia populandi (il permesso di fondare un paese) del feudo di Diesi, vicino Girgenti.
Don VINCENZO Naselli, figlio naturale del conte GASPARE II e da questi riconosciuto, il 7 giugno 1605 fu eletto giurato a Palermo.
1606
Il re di Spagna Filippo III il 31 dicembre 1606 approvò la licentia populandi del feudo di Diesi; quindi il conte BALDASSARE III Naselli fondò un nuovo paese, che chiamò ARAGONA, in onore della madre BEATRICE D’ARAGONA.
1607
Il conte BALDASSARE III Naselli ebbe la carica di Governatore della Compagnia della Pace (una congregazione della nobiltà), che aveva sede a Palermo.
1609
Il conte BALDASSARE III Naselli ebbe la carica di Pretore a Palermo.
1610
Il conte BALDASSARE III Naselli, tornato a vivere a Comiso, rivendicò a sé i terreni detti “Comuni” (i Cumuna) e li fece censire a suo nome, poiché alcuni privati si erano impossessati di parte di essi. In cambio obbligò se stesso ed i suoi successori a coprire ogni anno, a proprie spese, il disavanzo del bilancio del Comune. Nel 1610 don VINCENZO Naselli Fratello di BALDASSARE III Naselli era componente del Senato di Palermo.
1612
Nel febbraio di quest’anno il conte BALDASSARE III Naselli fu nominato Capitano di giustizia a Catania.
1614
Il 22 ottobre morì di malaria il conte BALDASSARE III Naselli a Terranova (l’odierna Gela); due giorni prima era morto il suo figlioletto Giacomo e il giorno dopo morì l’altro figlioletto Carlo. Nel testamento il conte BALDASSARE III aveva disposto che venisse sepolto nella Chiesa di S. Francesco nel sgabello dell’Altare Maggiore; inoltre al tutore del figlio LUIGI I Naselli, don Ugo Notarbartolo, raccomandò “tutti li vassalli che li tratti di figli come li ho trattato io”.
Il conte BALDASSARE III Naselli fu incluso nell’elenco dei Padri della Patria e meritò il titolo di Consolazione delle genti. Scrisse di lui padre Blundo: “Governò sempre con tale rettitudine e giustizia che i suoi vassalli molto lo amarono“. Nello stesso anno LUIGI I NASELLI riceve l’investitura della terra e del contado di Comiso.
LUIGI I NASELLI (1611 – 1673)
1611
Il 10 aprile nacque a Palermo LUIGI I Naselli dal conte BALDASSARE III Naselli e dalla moglie donna Antonia SACCANO Baronessa di Castelnuovo.
1614
LUIGI I Naselli a soli 3 anni riceve l’investitura della terra e del contado di Comiso. Il suo tutore è stato don Ugo Notarbartolo.
1617
LUIGI I Naselli, fa governare Comiso dal congiunto VINCENZO Naselli. Il comisano don Blasio PALMA (fratello dell’arciprete Vincenzo Palma), assieme alla Baronessa di Villanova ed a donna ANTONIA Naselli, sorella del defunto conte BALDASSARE III Naselli, il 23 dicembre 1617 ebbe in gabella il feudo di Aragona.
1625
Il re Filippo IV, il 27 ottobre 1625 conferì il titolo di PRINCIPE di Aragona al conte LUIGI I Naselli (poco più che quattordicenne), per l’antica nobiltà della sua famiglia e per i servigi prestati dai suoi antenati ai Re di Spagna.
1627
Il principe-conte LUIGI I Naselli fu nominato a Palermo Generale della Congregazione dei Cavalieri d’arme per l’anno 1628.
1631
Nel giugno del 1631 don VINCENZO Naselli, fratello del defunto Baldassare III NASELLI e Governatore di Comiso, catturò un vascello corsaro, che si era arenato nella spiaggia di Scoglitti, e fece schiavi i 36 uomini dell’equipaggio.
1633
Nell’aprile del 1633 il principe-conte LUIGI I Naselli, pieno di debiti per la vita dispendiosa che conduceva, vendette ai Miccichè, il feudo della Mastra, primo feudo della famiglia NASELLI. Sempre nel 1633 LUIGI I Naselli fu nominato a Palermo Governatore della Compagnia della Pace. Riebbe la carica nel 1650.
1633
Il 7 dicembre LUIGI I Naselli sposò donna Eleonora Carryllo y Toledo.
1634
Dal matrimonio contratto tra LUIGI I Naselli con ELEONORA CARRYLLO Y TOLEDO nacquero:
– BALDASSARE IV (1635), da cui trasse origine il ramo “NASELLI principi di Aragona”;
– FRANCESCO EMANUELE Naselli, (1645) sposato con Caterina San Martino Ramondetta, da cui trasse origine il ramo “NASELLI duchi Casalnuovo o Gela”;
FRANCESCO EMANUELE Naselli si è sposato in seconde nozze con Maria Gisulfo da cui trasse origine il ramo “Naselli Marchese di Flores” il cui nipote Luigi Naselli diventa nel 1750 proprietario dell’omonimo Palazzo sito a Palermo in via Garibaldi n.84.
- MELCHIORRA Naselli, (1651) sposa di Ferdinando Tomasi, duca di Palma già Baronia e Terra di Montechiaro nonché Principe di Lampedusa.
Il conte BALDASSARE III Naselli fu incluso nell’elenco dei Padri della Patria e meritò il titolo di Consolazione delle genti. Scrisse di lui padre Blundo: “Governò sempre con tale rettitudine e giustizia che i suoi vassalli molto lo amarono“. Nello stesso anno LUIGI I NASELLI riceve l’investitura della terra e del contado di Comiso.
1638
Già nel 1638 si coltivava il tabacco, che dava la pregiatissima polvere da fiuto detta lo spagnuolo di Comiso. Questa polvere fu portata dal conte LUIGI I Naselli, nel secolo 18°, alla corte del re di Francia e, nel secolo 19°, i Cappuccini di Comiso la portavano in dono al papa Pio IX, che la preferiva.
1640
il principe-conte LUIGI I NASELLI fu nominato VICERE’ della Provincia di Cosenza.
1659
Il principe-conte LUIGI I NASELLI fu nominato Capitano di giustizia a Palermo.
1660
Il principe-conte LUIGI I NASELLI fu nominato Pretore a Palermo.
1667
Nel settembre 1667 il Governatore della città di Comiso, don FRANCESCO EMANUELE Naselli (fratello del conte LUIGI I) spinse alcuni fanatici matriciari a irrompere nella sagrestia dell’Annunziata, a malmenare e carcerare il sagrista e andare a suonare loro la famigerata AVE (MARIA), poiché i nunziatari non volevano più suonarla perchè la Chiesa della SS. Annunziata non voleva sottostare all’obbligo di fare nel Sabato Santo ‘a sciuggiuta ‘a loria dopo la Chiesa Madre. Il mattino del 9 aprile 1667, sabato santo, il Vicario Foraneo don Vincenzo Modica fece rendere pubblico un editto vescovile, secondo il quale, pena l’interdetto, ‘a sciuggiuta delle campane fatta al Gloria della messa celebrata nella Chiesa Madre doveva essere seguita dalla sciuggiuta delle campane di tutte le altre chiese comisane. I nunziatari, per non darla vinta agli avversari, non suonarono le loro campane quando le campane della Chiesa Madre e poi quelle delle altre chiese comisane tornarono a suonare per annunziare la risurrezione del Signore Gesù. La Chiesa dell’Annunziata cadde, così, nell’interdetto; per di più il giorno dopo, domenica di Pasqua, fece la tradizionale processione pasquale. Ciò portò la Chiesa Madre a trattare da scomunicati i Canonici dell’Annunziata. Costoro ricorsero al Tribunale della R. Monarchia, che il 23 agosto accolse le loro ragioni, ma poi, il 14 settembre, le rigettò.
1672
FRANCESCO EMANUELE Naselli, fratello di BALDASSARE IV Naselli, sposa Caterina San Martino Ramondetta da cui ha 10 figli tra cui LORENZA LAURA Naselli (1700) che sposa Giuseppe Maria Arezzo e Signore di Mastro, Signore di Caddimeli, Signore di Cardinale, Duca di San Filippo e pronipote di Vincenzo Arezzo Barone di Donnafugata.
1673
il 22 maggio muore a Sciacca LUIGI I Naselli, Conte di Comiso e Principe d’Aragona.
BALDASSARE IV NASELLI (1635-1710)
1635
Nasce BALDASSARE IV Naselli.
1650
Il 31 dicembre si sposa con CELIDONIA FIORITO E TAGLIAVIA da cui ebbe 4 figli: STEFANO NASELLI (1651), ELEONORA Naselli (1658) sposata con Mariano Migliaccio (Principe di Baucina, Marchese di Montemaggiore e Signore di Casalbianco, Ciaramita e Cavallaro), LUIGI NICOLO’ II Naselli (1667) e ANNA MARIA Naselli (1670) sposata con Fernidando Maria Tomasi Principe di Lampedusa.
1665
BALDASSARE IV Naselli avviò ad Aragona la costruzione del grande palazzo feudale come simbolo della potenza e del prestigio raggiunti dai NASELLI con il titolo di principi che fu completato nel 1685. Il Principe si trasferì insieme alla moglie Celidonia Fiorito e Tagliavia, alla famiglia e tutta la servitù, nel palazzo di Aragona, lontano dalla vita sfarzosa di Palermo. Il Principe BALDASSARE IV Naselli fu anche colui che instituì l’incontro di Pasqua, in ciò aiutato dai padri mercenari e solennizzò la festa della patrona di Aragona, la Madonna del Rosario.
1673
Dopo la morte del principe-conte LUIGI I Naselli, il figlio BALDASSARE IV Naselli ebbe l’investitura dei feudi familiari (Principato e Terra di Aragona, Contea di Comiso, Baronia di Castellamare, di Pumo, di Casalnuovo e di Mastra).
1673
Alla testa del drappello di volontari da lui assoldati tra gli abitanti delle sue baronie (tra cui 276 fanti comisani con 109 cavalli), BALDASSARE IV Naselli sconfisse a Milazzo le truppe francesi guidate dal marchese di Valevoir.
1674
Baldassare IV Naselli è Vicario della Milizia di Agrigento, Licata, Platia e Caltagirone.
1678
Nel gennaio 1678 BALDASSARE IV Naselli, con le sue truppe unite a quelle del gen. Diego Bracamonte, conquistò Taormina, che era in mano ai Francesi. Come riconoscimento del valore dimostrato, il re Carlo II nominò BALDASSARE IV Naselli Generale d’Artigliera e Pretore di Palermo.
1679
Dopo il ritorno a Comiso dalla guerra contro i Francesi, all’età di 18 anni morì STEFANO, primogenito di BALDASSARE IV Naselli.
1682
Per il valore dimostrato (sotto il comando di BALDASSARE IV Naselli) nella guerra contro i Francesi, il re Carlo II diede ai Comisani il Privilegio di essere chiamati in guerra dopo che tutte le milizie della III Sergentia di Scicli (a cui Comiso apparteneva) erano già state chiamate al campo di battaglia.
1682
Il conte BALDASSARE IV Naselli acquistò per 50.000 scudi la baronia di Casalnuovo.
1694
Fu rifatto ed abbellito, a spese di BALDASSARE IV Naselli, il frontone del Fonte Diana danneggiato dal terremoto del 1693. Col contributo popolare furono riparate le chiese di S. Biagio, delle Grazie e di S. Leonardo. Sempre nel 1694 il principe-conte BALDASSARE IV Naselli ebbe l’investitura di Cavaliere del Toson d’Oro, ordine cavalleresco a cui venivano chiamati solo sovrani e appartenenti alla più illustre nobiltà.
1692
Baldassare IV NASELLI acquista la baronia e la terra della Tonnara, il caricatore di Castellamare del Golfo e il feudo di Pumo.
1702
Il principe-conte BALDASSARE IV NASELLI Il 17 settembre, dopo la morte della moglie donna Celidonia Fiorito, rinuncia a tutti i suoi titoli e dona al figlio LUIGI NICOLO’ II Naselli la signoria d’ogni sua possessione compresa la contea di Comiso e si ritira a vita privata nel seminario di Palermo vestendo l’abito talare.
1710
Il 25 dicembre morì da prete don BALDASSARE IV Naselli fu sepolto nella chiesa dei Cappuccini di Aragona. Nel 2016 i suoi resti furono traslati presso il palazzo del Principe di Aragona.
1667
Il 18 novembre nacque a Sciacca LUIGI NICOLO’ II Naselli.
1689
LUIGI NICOLO’ II Naselli sposa Margherita Branciforti Morra da cui ebbe 4 figli: BALDASSARE V (1696), ERCOLE Naselli (1698), DIEGO Naselli (1700) e MARIANO Naselli (1702).
1692
Sin dal 1692-93, grazie alle franchigie doganali elargite dal conte LUIGI NICOLO’ Naselli si ha un florido interscambio di merci con la Contea di Modica e con le città demaniali più vicine. Seta e canapa sono prodotti semilavorati “in loco” e danno sviluppo ad un’intensa attività protoindustriale. In particolare, la coltivazione del baco (da seta) è diffusa in campagna, da dove la materia prima parte alla volta delle manifatture di Catania e Messina. La seta ritorna filata in “pezze” allo scalo di Scoglitti, dove si approvvigionano “i negozianti del Comiso” (Vecchia, Fiaccavento, Guastella, Ferreri), che rivendono le diverse qualità di “satin” nelle principali fiere della Sicilia sud-orientale.
1693
Il venerdì del 9 gennaio 1693, verso l’ora dell’Ave Maria, si verificò in gran parte della Sicilia un terremoto che provocò danni e morti. Domenica 11 gennaio 1693, alle ore 21,15, si ebbero altre scosse sussultorie che provocarono altri gravissimi danni e morti nel Val di Demone e nel Val di Noto. A Comiso (che a quel tempo aveva come Governatore il Beneficiale
Porcelli). Si ebbero circa 90 morti e “cascarono la maggior parte delle case e cascò tutta la Madre Chiesa, S. Antonio, La Madonna del Carmine (SS. Cristo), la Catina, e restò in piedi la chiesa della SS. Annunziata, la chiesa del SS. Nome di Gesù, S. Biagio, S. Giuseppe, Monserrato, S. Leonardo, Grazia, Immacolata, Monastero S. Maria Regina dei Cieli grandemente lesionati che tutti si dovettero presto riparare” (da un diario dell’ex Chiesa del Gesù). Inoltre crollò il prospetto del Fonte Diana e tutto il piano superiore del Castello dei Conti NASELLI. La direzione della ricostruzione del paese fu affidata dal conte LUIGI NICOLO’ II Naselli al parroco Francesco Maria PORCELLI della Chiesa Madre. Le cave di pietra comisane furono le protagoniste principali della ricostruzione di Comiso e di molti centri viciniori. Dopo il terremoto del 1693 Comiso si espanse verso ovest, con la costruzione dei quartieri di san Francesco e della Catena.
1693
Comiso aveva 5.395 abitanti.
1703
LUIGI NICOLO’ II Naselli riceve l’investitura degli stati e dei feudi, in seguito alla rinuncia del padre.
1709
Con Privilegio del 10 novembre 1709 il re Filippo V di Borbone concesse al principe-conte LUIGI II NASELLI l’importante titolo (trasmissibile ai discendenti) di Grande di Spagna.
1679
Il Principe-Conte LUIGI NICOLO’ II Naselli, rimasto vedovo il 25 maggio 1710, per la morte della moglie donna Margherita Branciforte e Morra, rinuncia alla signoria in favore del primogenito BALDASSARE V Naselli, poco più che tredicenne; quindi fu ordinato prete.
BALDASSARE V Naselli (1696 – 1753)
1692
Il 28 novembre nacque nel Palazzo di Aragona BALDASSARE V Naselli, figlio di LUIGI NICOLO’ II e nipote di Baldassare IV e vi rimane fino all’età di tredici anni. Fu il personaggio più prestigioso della famiglia, dopo essere stato nominato Presidente del Consiglio di Sicilia si trasferì prima alla corte di Napoli e poi a Parigi, dove visse ospite del re di Francia.
1711
BALDASSARE V NASELLI, in seguito alla rinuncia del padre LUIGI NICOLO’ II Naselli, riceve l’investitura della Contea di Comiso e degli altri feudi della famiglia. Quello dei principi d’Aragona giunse all’apice del potere nel corso del XVIII secolo, grazie soprattutto alla figura di BALDASSARE V, avendo intessuto buone relazioni con il nuovo sovrano di Napoli e di Sicilia Carlo di Borbone, Baldassare ascese a una posizione di grande prestigio alla Corte napoletana: gentiluomo di entrata del re e maggiordomo maggiore della regina Maria Amalia.
1716
il 24 aprile BALDASSARE V Naselli sposa Laura Morso Filingieri, figlia di Giovanni Francesco Morso Principe di Poggioreale e Marchese di Gibellina, da cui ebbe 8 figli: LUIGI III Naselli (1717); ANNA MARIA Naselli (1717) sposata con Salvatore Montaperto Principe di Raffadali, Marchese di Montaperto e Barone di Calamonaci; DIEGO Naselli (1718); SALVATORE Naselli (1719); PIETRO Naselli (1721); GIUSEPPA MARIA EMANUELA Naselli (1722); MARIANO Naselli (1723); PERICONIO Naselli (1724)
1719
BALDASSARE V Naselli erige il 24 luglio una collegiata presso la chiesa Madre.
1720
Il 20 dicembre le due chiese maggiori, per iniziativa del conte BALDASSARE V, sottoscrissero un Concordato (rogato dal notaio Pietro Salvo) col quale risolvevano la questione (sorta nel 1667) della sciugghiuta ‘a loria nel Sabato Santo, nel senso che venne riconosciuto alla Chiesa Madre il diritto di sciogliere per prima le campane, però non oltre mezzogiorno. In questo Concordato venne anche definita la questione del posto che toccava ai due cleri nelle processioni fatte in comune e si stabilì che i due cleri avrebbero compiuto insieme le varie processioni solite delle loro chiese, comprese quelle del Patrono e di Pasqua, purché alla Matrice fosse consentito d’intervenire con la propria croce in quelle dell’Annunziata, e stando a destra di quei capitolari.
1722
Il re Carlo VI d’Austria e di Sicilia nominò suo ambasciatore al congresso di Cambray il principe-conte BALDASSARE V Naselli.
1724
Con Privilegio del 10 novembre 1709 il re Filippo V di Borbone concesse al principe-conte LUIGI II NASELLI l’importante titolo (trasmissibile ai discendenti) di Grande di Spagna.
1725
Il 30 aprile, grazie all’opera di finissimo diplomatico del principe-conte BALDASSARE V NASELLI, a Cambrais fu firmata la pace tra Carlo VI d’Austria e Filippo V di Spagna.
1728
Su progetto dell’ing. genovese Michelangelo Canepa, fu realizzata la loggia SERLIANA del Castello Aragonese.
1729
Il 4 maggio il principe-conte BALDASSARE V Naselli acquistava, pagando un canone di 16 salme annue di grano, un molino, che il monastero di Regina Coeli possedeva al di là di “Frategianni”, presso il confine del territorio di Comiso; e lì, con bene architettate modifiche e ingrandimenti, faceva sorgere il suo opificio, che metteva sotto la direzione dell’ing. Michelangelo Cannape, fatto, con esperti operai, venuti apposta da Genova. Si trattava della Cartiera, che fu la più antica ed importante cartiera siciliana. In concomitanza con la fondazione della Cartiera e con l’ottenimento da parte del conte NASELLI del monopolio degli stracci (prima per il Val di Noto, poi per l’intera Sicilia), nacque a Comiso la categoria dei carrettieri (vetturali).
1731
Il 2 aprile fece visita a Comiso il vicerè di Sicilia don Cristoforo Fernandez de Cordova (a quel tempo la Sicilia era sotto il governo dell’Austria), per il quale furono fatti festeggiamenti memorabili e dimorò presso il castello dei NASELLI d’Aragona.
1734
BALDASSARE V Naselli viene inviato a Napoli come ambasciatore, in nome della deputazione del Regno: egli ottiene l’abito della religione dal Gran Maestro di Malta.
1735
Fu ricostruito il piano superiore del mastio del Castello Aragonese.
1736
Comiso aveva 9.145 abitanti.
1740
Il can. Giovanni MARZULLO impiantò una conceria di pelli; l’attività delle concerie era stata promossa dal principe-conte BALDASSARE V.
1742
Il principe-conte BALDASSARE V, volendo introdurre la produzione del sapone duro (detto alla messinese) per dieci anni diede la privativa ai messinesi Giacomo Loffredo e Francesco Labbruto, purché istruissero in tale lavorazione alcuni provetti saponai comisani, quali Mariano Bellassai (detto negghia), Filippo Sallemi e Biagio Guarino (detto incedda). Questi saponai, ritornati a Comiso, si diedero a produrre il sapone secondo questa nuova lavorazione e in breve giro d’anni riuscirono a imporre il loro nuovo prodotto in quasi mezza Sicilia.
1746
Il principe-conte BALDASSARE V NASELLI fu chiamato a far parte della Giunta di Sicilia. Baldassare V NASELLI diventa anche maggiordomo della regina.
1747
Baldassare V NASELLI diviene maggiordomo del re e capo della casa reale.
1748
BALDASSARE V NASELLI fu nominato consigliere di Stato e presidente del Supremo Consiglio di Sicilia.
1753
Il 28 maggio muore a Parigi, dove si era recato per farsi curare, all’età di 57 anni il principe-conte BALDASSARE V Naselli, col quale la famiglia NASELLI aveva toccato le più eccelse vette della gloria. Questi, prima di morire, aveva disposto di essere tumulato a Comiso nella Chiesa Madre. Il Capitolo della Chiesa fece erigere in ricordo dell’amato principe-conte un mausoleo marmoreo (opera dello scultore Ignazio Marabitti) presso la cappella del Santissimo.
Con la morte di BALDASSARE V la Signoria dei NASELLI su Comiso si avviò verso la fine.
DIEGO NASELLI (1727 – 1809)
Nacque a Castellamare del Golfo il 22 novembre 1727 DIEGO Naselli, quintogenito di BALDASSARE V Naselli, principe d’Aragona, e di Laura Morso, dei principi di Poggioreale. Mancano notizie complete sulla educazione di Diego Naselli: è probabile che, come i suoi fratelli, dopo una prima formazione domestica, abbia proseguito gli studi presso il collegio imperiale dei nobili di Palermo. A dodici anni fu avviato alla carriera ecclesiastica e designato abate del cenobio benedettino di S. Maria di Abita, sito nel feudo materno di Gibellina; nel 1745 entrò nell’Ordine di Malta come cavaliere di Giustizia (cavaliere di Gran croce dal 1748). Negli stessi anni si appassionò alla musica e studiò col compositore napoletano Davide Perez, allora a Palermo al servizio dei Naselli e poi maestro della Cappella Palatina. Agli anni giovanili risalgono le musiche per il metastasiano Attilio Regolo, rappresentato a Palermo nel 1748, e per il Demetrio, messo in scena a Napoli l’anno successivo: Naselli firmò queste opere con lo pseudonimo anagrammatico Egidio Lasnel, che usò anche per le composizioni dei decenni successivi, tra cui la canzonetta pastorale La lontananza (1769) e l’adattamento del gluckiano Orfeo ed Euridice, rappresentato al S. Carlo nel 1774. Nel 1746 seguì il padre a Napoli e, abbandonato l’abito monastico, entrò con i fratelli Salvatore e Mariano (anch’essi destinati a una brillante carriera) nei ranghi dell’esercito borbonico. Capitano aggregato del reggimento di fanteria Borgogna dal 7 agosto 1747, fu promosso tenente colonnello il 13 febbraio 1757. Con altri ufficiali napoletani, tra cui il fratello Mariano, militò come volontario nelle fila dell’esercito asburgico durante alcune fasi della guerra dei Sette anni: nell’ottobre 1758 prese parte alla battaglia di Hochkirch, in Sassonia, contro le armate prussiane e all’assedio di Dresda. Rientrato nel Regno, fu promosso colonnello il 30 settembre 1759, brigadiere il 23 marzo 1776, maresciallo di campo il 12 agosto 1790; infine, il 30 settembre 1797 ascese al grado di tenente generale. Nel 1786 fu insignito del titolo di cavaliere del Real Ordine costantiniano; il 30 maggio 1800 di quello di grande ufficiale del neoistituito Ordine di S. Ferdinando e del merito. Al periodo trascorso a contatto con le milizie asburgiche risale, probabilmente, la sua iniziazione massonica. Nel 1764 era iscritto col grado di maestro alla Loggia napoletana Les zélés, di obbedienza olandese. Nel 1773 seguì Francesco d’Aquino di Caramanico nella fondazione della Loggia Lo zelo, di cui fu nominato primo gran sorvegliante: il gruppo, di composizione aristocratica e sostenuto dalla regina Maria Carolina d’Austria e dalla diplomazia austriaca, nel 1774 si costituì in Gran Loggia nazionale, rendendosi indipendente dalla Grand Lodge di Londra e, al contempo, tese a distinguersi dalle logge di osservanza inglese guidate da Cesare Pignatelli di S. Demetrio. A seguito dell’editto antimassonico del 1775 e del processo contro i liberi muratori iniziato l’anno successivo, avendo il principe di Caramanico lasciato la fratellanza, nel giugno 1776 Naselli fu eletto gran maestro nazionale. Negli anni del ‘trionfo massonico’ a Napoli, simboleggiato dalla caduta del ministro toscano Bernardo Tanucci, anche grazie al sostegno della regina, la Gran Loggia nazionale si impose come la maggiore osservanza massonica del Regno di Napoli e il principale riferimento delle logge siciliane. A essa Naselli, che in quegli stessi anni approfondì lo studio del mesmerismo, affiancato dall’abate olivetano Kiliano Caracciolo, impresse una svolta che ne accentuò il carattere elitario e occultista: nel 1777 il nucleo massonico da lui guidato aderì alla Stretta osservanza (il regime massonico che aveva come mito portante quello dell’origine templare della libera muratoria) e fu inquadrato come Sottopriorato dell’Aquila, di cui Naselli fu eletto sottopriore col nome ‘a Falcone’. Due anni dopo aderì al Regime rettificato del lionese J.B. Willermoz, che diede alla massoneria templare un’impronta più marcatamente spiritualista: nel 1780 fu a Torino, poi a Lione per suggellare l’adesione del Capitolo templare napoletano alla riforma lionese; negli anni 1783-84 fu gran maestro della IV provincia massonica, fu cioè posto a capo della massoneria templare dell’intera penisola. Incontrò più volte il teologo danese Friederich Münter che visitò Napoli e Palermo nel 1785-86 come emissario dell’Ordine degli Illuminati; l’azione di Münter nel Regno favorì la ripresa e l’espansione di una massoneria razionalista e illuminista, in crescente contrasto con l’orientamento legittimista dei ‘nazionali’, con il loro carattere elitario e occultista e con la loro fedeltà ai dogmi del cattolicesimo. La Loggia nazionale, in crisi già dal 1786, fu sciolta da Naselli all’indomani del nuovo editto antimassonico del 3 novembre 1789. Egli tuttavia continuò, verosimilmente, a coltivare rapporti con alti esponenti della massoneria europea, che nel 1799 si rivolsero a lui per ottenere la scarcerazione del geologo francese e massone Déodat de Dolomieu, prigioniero per ordine del governo napoletano. Sebbene fosse giudicato da taluni «più un uomo di società che di affari, e di militare riputazione» (Blanch, 1945), con l’avanzata delle truppe repubblicane in Italia vide affidarsi, anche grazie alle aderenze a Corte, incarichi di grande rilievo nelle vicende belliche e politiche degli anni della Repubblica e della prima restaurazione. Verso la fine del 1798 prese parte alla campagna militare contro la Repubblica romana, sotto il comando del generale austriaco Karl von Mack: alla guida di 6000 uomini, il 28 novembre salpò da Gaeta alla volta di Livorno, da dove avrebbe dovuto congiungersi agli insorgenti toscani e ostacolare la ritirata francese verso Perugia. Ma i rovesci subiti dagli altri reparti dell’esercito borbonico e la rapida ritirata ordinata da Mack lo costrinsero a lasciare la Toscana e a fare ritorno a Napoli, dove giunse nei primi, convulsi giorni del 1799, per vedere i suoi soldati facilmente disarmati dalla popolazione insorta. Imbarcatosi con alcuni ufficiali, giunse a Pizzo, in Calabria, tra marzo e aprile, dove il cardinale Fabrizio Ruffo, per metterlo al riparo dal risentimento delle popolazioni calabresi che lo credevano disertore, lo fece arrestare e inviare a Messina. Il 2 ottobre 1799 gli fu affidato il comando delle truppe borboniche che andavano a occupare Roma dopo la resa dei repubblicani: fu nominato comandante militare e politico dello Stato romano col compito di reintrodurvi il ‘buon ordine’ in attesa che il collegio cardinalizio eleggesse il nuovo pontefice. In questa veste emanò ordinanze rigorose nei confronti degli ex repubblicani e si adoperò per un’integrale restaurazione dello status quo; cercò tuttavia di limitare il ricorso alle bande controrivoluzionarie per il mantenimento dell’ordine pubblico, conscio dei frequenti disordini di cui si rendevano responsabili. Rientrato da Roma, che il 22 giugno 1800 fu riconsegnata al governo pontificio, prese possesso della carica di presidente dell’Udienza generale di guerra e casa reale, alla quale era stato nominato sin dal gennaio precedente in sostituzione del generale Filippo Spinelli; in questa veste, fu a capo di una speciale giunta di generali cui venne affidata l’opera di epurazione e di ricostruzione dei quadri dell’esercito. L’8 febbraio 1806, dopo la fuga dei sovrani da Napoli, il vicario Francesco di Borbone in partenza per la Sicilia lo nominò presidente della giunta di reggenza incaricata di trattare la resa delle piazzeforti del Regno alle truppe francesi guidate da Giuseppe Bonaparte. Morì a Palermo (a Napoli secondo alcune fonti) il 20 giugno 1809.
BALDASSARE V Naselli (1696 – 1753)
1717
Nacque a Castellammare del Golfo LUIGI III Naselli.
1741
il 21 gennaio LUIGI III Naselli sposa Stefania Morso Marchese di Gibellina da cui ha 6 figli: EULALIA Naselli (1740) sposata con Francesco Paolo Gallego Marchese di S. Agata, Principe di Militello e Barone di Galbonoara; BALDASSARE VI (1741); GIROLAMO Naselli (1742); GIOVAN FRANCESCO Naselli (1743); MARIA TERESA Naselli (1752) sposata con Traiano Settimo Marchese di Giarratana, Principe di Fitalia; AURORA Naselli (1753) sposata con Pietro Di Napoli Duca di Bissana, Duca di Campobello, Principe di Resuttano, Principe di Condrò e Principe di Monteleone.
1754
Il successore, LUIGI III NASELLI, dopo la morte del padre Baldassare V NASELLI, con Regio Diploma del 28 agosto 1754, riceve l’investitura del principato e della terra d’Aragona, del contado e della terra di Comiso, della baronia, della terra e del caricatore di Castellamare del Golfo e del Feudo di Pumo.
1755
Poiché il novello principe-conte LUIGI III Naselli (dato che aveva la carica di Capitano degli Alabardieri a Palermo e a Napoli) non poteva interessarsi direttamente dei suoi feudi, li diede in affitto al Barone Giuseppe OCCHIPINTI e al can. Francesco COCUZZELLA. Nel 1755 a Comiso era attiva la Filarmonica di suonatori e cantori. Nel 1755 Leonardo M. LO PRESTI scrisse l’opera “Genealogia cronistorica della cospicua e nobilissima famiglia NASELLI”, che gli era stata commissionata da LUIGI III Naselli.
1758
Il principe-conte LUIGI III NASELLI cedette ai due affittuari l’uso del mero e misto impero (cioè l’esercizio della giustizia civile e penale).
1765
Il 21 marzo, per tasse che il principe-conte LUIGI III Naselli non aveva potuto pagare per difficoltà economiche, la Deputazione del Regno gli sequestrò tutto il frumento esistente nei suoi magazzini e la carta ammassata per suo conto nella Cartiera.
1773
Il 25 dicembre a Palermo muore LUIGI III Naselli. Con LUIGI III la famiglia NASELLI aveva avuto il maggior numero di possedimenti della sua storia: infatti egli era Conte di Comiso, Principe d’Aragona e di Poggioreale, Marchese di Gibellina, Barone di Casalnuovo, di Castellammare del Golfo, di Pumo e di Limbrici, Signore dell’Abita, di Ravanusa e di Mondello; inoltre aveva molti titoli onorifici, tra cui quelli di Grande di Spagna e di Cavaliere del Toson d’Oro.
BALDASSARE VI NASELLI (1741 – 1812)
1741
Il 31 dicembre a Castellammare del Golfo nacque BALDASSARE VI NASELLI, figlio di LUIGI III e di donna STEFANIA MORSO.
1763
BALDASSARE VI Naselli il 2 novembre sposa MARIANNA ALLIATA figlia di Domenico Alliata Principe di Villafranca e Duca di Salaparuta, da cui ebbe 6 figli: LUIGI IV Naselli (1767); MARIA TERESA Naselli (1773) sposata con Diego Giardina Principe di Ficarazzi, Principe di Santa carina e Marchese di Santa Ninfa; PIETRO Naselli (1775); DOMENICO Naselli (1776); VITTORIA Naselli (1776) sposata con Vincenzo Raffaele Bonanno Barone di Arcimusa, Barone di Bulgarano e Principe di Linguaglossa; ONOFRIO Naselli (1780).
Curiosità
La famiglia ALLIATA era proprietaria dell’attuale Villa Naselli Alliata sita a Palermo via Ambleri n.52 poco distante dal centro storico, nella vecchia borgata di Villagrazia, conosciuta per la sua Camera dello Scirocco, fatta costruire nel 1552 dal magnifico Gerardo ALLIATA, un’opera idraulica per la captazione dell’acqua di Ambleri ma anche luogo dove godere del fresco nelle afose giornate estive. Durante le visite si ammirerà la corte della villa e la rinascimentale Camera dello Scirocco, nota per le memorie delle feste organizzate già nel seicento, tra la nobiltà palermitana. La Villa è pervenuta ai conti NASELLI dei duchi di Gela nel settecento e ne sono ancora proprietari e custodi. In particolare si deve ricordare l’ultimo conte Francesco Paolo Naselli che ha curato il restauro della gran parte degli edifici ed ha migliorato il giardino anche con l’impianto di essenze esotiche, quali Kiwi ed Anona.
1772
BALDASSARE VI Naselli eredita la comarca di Comiso e i feudi di famiglia.
1777
Il principe-conte BALDASSARE VI NASELLI, affinché la Chiesa della SS. Annunziata fosse eretta a parrocchia, presentò domanda al vescovo mons. Alagona, che, però, diede risposta negativa. Allora il principe-conte portò la questione davanti al Tribunale Ecclesiastico di Napoli.
1798
Comiso aveva 10.443 abitanti.
1799
BALDASSARE VI Naselli riceve epistole di lamentele.
1812
Il 9 agosto a Palermo muore il principe-conte BALDASSARE VI Naselli. La signoria dei feudi passò alla moglie del defunto LUIGI IV Naselli, donna STEFANIA GALLETTI di S. Cataldo, in qualità di tutrice del figlio conte BALDASSARE VII Naselli.
LUIGI IV Naselli (1767 – 1803)
1767
Il 27 maggio nacque LUIGI IV Naselli, figlio di BALDASSARE VI e di donna MARIANNA ALLIATA.
1793
LUIGI IV Naselli il 26 dicembre si sposa con STEFANIA GALLETTI figlia di Nicolò Galletti Principe di Fiumesalato e Marchese di San Cataldo. Da cui ebbe 2 figli: MARIANNA Naselli (1797) sposata con Nicolò Burgio Duca di Villafiorita e BALDASSARE VII Naselli (1801)
1808
Muore all’età di 36 anni LUIGI IV Naselli, la sua vedova, donna STEFANIA GALLETTI di San Cataldo, riceve una lettera nella quale si chiede l’abolizione della feudalità. BALDASSARE VI Naselli succede a LUIGI IV Naselli.
BALDASSARE VII Naselli (1801 – 1863)
1801
Il 24 dicembre nacque a Palermo BALDASSARE VII Naselli, figlio di LUIGI IV e di donna STEFANIA GALLETTI di S. Cataldo. Il Principe di distinse per attaccamento alla popolazione di Aragona, come si ricorda nell’epitaffio della sua tomba che si trova presso la chiesa Madre di Aragona.
1813
Il governatore e segreto Bartolomeo Ferreri, fiduciario di casa NASELLI, riceve il 2 marzo dai giurati una lettera in cui si domanda l’abolizione della feudalità.
1814
Il 28 aprile il Consiglio Comunale, radunato nella Chiesa del Gesù, su proposta del sindaco di Comiso Raffaele Ciarcià decise di abolire la dogana e la secrezia baronale. In tal modo la Contea di Comiso, di dritto se non ancora di fatto, finiva per sempre.
1816
L’8 dicembre Ferdinando di Borbone istituì il regno delle Due Sicilie. Successivamente col Decreto del 9 dicembre confermò l’art. XII della Costituzione del 1812 , che aveva soppresso la feudalità in Sicilia. Inoltre, nei 15 anni successivi, emanò i decreti definitivi con cui vennero annullati i diritti e gli abusi (angherie) connessi alla feudalità. A quel tempo era conte di Comiso BALDASSARE VII Naselli, che fu così l’ultimo NASELLI signore di Comiso.
1863
Muore celibe ad Aragona il 24 gennaio BALDASSARE VII Naselli, ultimo feudatario di Comiso, gli succede la sorella MARIANNA Naselli, moglie di Nicolò BURGIO, duca di Villafiorita.
1860
LUIGI Naselli Flores pronipote di FRANCESCO EMANUELE Naselli Duca di Gela contribuì all’insurrezione del 1860 e Garibaldi lo nominò Commissario ispettore per l’intendenza generale dell’esercito e successivamente Commissario di guerra di prima classe dell’intendenza generale dell’Esercito Nazionale, collaborando con Ippolito Nievo. Don Goffredo NASELLI e Maccagnone (del ramo “NASELLI marchesi Flores”) sposò donna Maria Guasconi dei marchesi di Villamena nel 1924, ebbero otto figli tra cui Francesco (1926-2002), ingegnere in telecomunicazioni, e Girolamo (1931-1990), laureato in Architettura, professore universitario aggiunto alla cattedra di restauro a Palermo, di cui ricordiamo il restauro dei mosaici del Duomo di Monreale.
MARIANNA BURGIO NASELLI ( 1797 – 1870)
1797
Nacque a Palermo il 23 ottobre MARIANNA Naselli sorella di BALDASSARE VII Naselli.
1818
l’8 ottobre sposa NICOLO’ BURGIO Duca di Villafiorito da cui avrà 2 figli, GIUSEPPE (1820-1851) e LUIGI V BURGIO Naselli (1821-1889).
1870
Muore MARIANNA BURGIO Naselli, le succede il figlio LUIGI V BURGIO Naselli.
LUIGI V BURGIO NASELLI (1821 – 1889)
1821
Nasce il 27 ottobre a Palermo LUIGI V BURGIO Naselli. Dopo aver trascorso i primi anni a Palermo, si trasferì ad Aragona dove chiamò intorno a se le Figlie della Carità di San Vincenzo de Paoli che presero ad occuparsi dei numerosi poveri e orfani presenti in paese.
1882
LUIGI V BURGIO Naselli figlio di MARIANNA Naselli diviene prete. Suo erede in Comiso è il cugino ANTONIO BURGIO BRANCACCIO.
1889
Muore ad Aragona il 29 settembre LUIGI V BURGIO Naselli.
1891
Comiso aveva 22.968 abitanti.
ANTONIO BURGIO BRANCACCIO
1925
Con Regio Decreto del 1° maggio ANTONIO BURGIO BRANCACCIO, nipote di MARIANNA BURGIO Naselli, viene nominato conte di Comiso e principe d’Aragona.